Thanks for vaselina

di Carrozzeria Orfeo
Calendario
  • Crediti:

    drammaturgia Gabriele Di Luca

    con Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Sonia Barbadoro, Pier Luigi Pasino, Carlotta Crolle

    musiche originali Massimiliano Setti
    luci Giovanni Berti
    costumi Stefania Cempini
    scene Lucio Diana

    regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi

    organizzazione Luisa Supino
    ufficio stampa Raffaella Ilari

    una coproduzione Marche Teatro, Carrozzeria Orfeo

  • Durata Spettacolo: 90 Minuti

Sebbene siano passati 10 anni dal suo debutto, Thanks for Vaselina resta lo spettacolo cult di Carrozzeria Orfeo. Con il suo raccontare la storia di esseri umani sconfitti, abbattuti, lasciati in un angolo dal mondo che prima li ha illusi, sfruttati e poi tragicamente derisi, Thanks for Vaselina rimane, con profonda attualità, il controcanto degli “ultimi” e degli esclusi dal mondo del successo e del benessere.

 

RASSEGNA STAMPA

Con molta fantasia, amore per il surreale e gusto del paradosso, mettono in scena storie dall’aria rocambolesca, qualcosa che riguarda le nostre vite private e pubbliche, la nostra società e il nostro modo di viverla. Loro sono la Carrozzeria Orfeo, compagnia lombarda che di stagione in stagione ha raccolto consensi e ammirazione. In questa girandola di devianze e sconfitte Carrozzeria Orfeo dissemina tesi politiche ed economiche, ma soprattutto racconta la vita di gente qualunque, sola, sconfitta e con le speranze continuamente frustrate.
Anna Bandettini, la Repubblica

[…] A me invece, se ripenso a Thanks for Vaselina, visto all’origine e rivisto ora, tre anni dopo, migliorato nei ritmi, nella velocità abrasività delle battute, nella resa che fa scattare senza pause le risate ma riesce pure a far colare, attraverso le crepe, cattiveria e amore, a me quei personaggi sbandati dalla realtà, fanno pensare a un Almodovar italiano, provinciale, carrozzeria o garage per esseri ammaccati, da desideri anticonformisti, pensieri vaganti, ribellioni giuste. […] Cinici e sensibili, corazzati ma in ascolto, come bisogna attrezzarsi ad essere, oggi.
Roberto Canziani, Il Piccolo di Trieste

[…] E’ un affresco feroce sull’ipocrisia e sui paradossi della società contemporanea, con dialoghi serrati, ritmi sincopati, linguaggio acre, disadorno, a volte osceno, in un esistenzialismo da taverna dove ogni desiderio è fallimento e la collettività sfrutta le insicurezze. Ma dove affiora prepotente il bisogno di riscattarsi, di amore e felicità, di riconciliazione, la speranza del credo religioso, come una corda sempre tesa fra cielo e bassifondi in uno spalancarsi di abissi.
Sabina Leonetti, Avvenire

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