L’artista Paolo La Motta racconta l’installazione Unleash Words, in mostra dal 26 Settembre al 30 Ottobre nella vetrina del Teatro Bellini.

L’opera nata in poco tempo nasce da una suggestione avuta da un opera di Jeff Wall, il quale a sua volta si ispira ad una xilografia di Hokusay, leggerezza e spazialità si uniscono ad un gesto dissacratorio, diventando un omaggio al mondo del teatro attraverso la figura di un grande artista, Tonino Taiuti, caro amico e figura emblematica, interprete puro di un teatro sempre in amoroso conflitto con la tradizione, da Neiwiller a Ruccello fino a Moscato, tutto passa attraverso Tonino.
Comporre l’opera mi ha molto divertito, nata in maniera spontanea e giocosa, diventa anche un omaggio al futurismo, infatti a mia insaputa, quasi a lavoro finito, scopro una registrazione video, dove Carmelo Bene recita il manifesto futurista di Marinetti lanciando i fogli del testo in aria, e sarà lo stesso Tonino Taiuti a segnalarmelo, una divertente e piacevole coincidenza… e per chiudere per dirla alla Palazzeschi… lasciatemi divertire!
Paolo La Motta

Paolo La Motta

Paolo La Motta nato a Napoli nel 1972. Nel 1994 La Motta si diploma all’Accademia di Belle Arti con lo scultore Augusto Perez da cui apprende il forte legame con l’approccio romantico ed espressionista nella trasformazione della materia. Dal 2000 dirige a più riprese il laboratorio di ceramica dell’Istituto Papa Giovanni XXIII, istituzione che si configura come punto di riferimento per i ragazzi del rione Sanità, sono infatti i quartieri popolari della Stella, della Sanità, dei Vergini e dei Miracoli a costituire il mondo in cui l’artista vive e dai quali egli trae ispirazione per nutrire il suo repertorio. Il suo background è arricchito anche dai profondi studi sull’arte dell’800 e dell’900 italiano e napoletano ed il suo interesse nei confronti dell’arte contemporanea già manifestati sin dagli anni ’80, questo sincretismo permea con chiarezza attraverso i volumi, i materiali, i colori e i soggetti che caratterizzano la sua produzione artistica. La Motta coniuga una vastissima conoscenza dell’arte con uno sguardo indagatore e acuto della realtà immediata. Insieme alle figure di uomini e donne – sia dipinte che scolpite – si trovano anche le architetture, gli scorci e gli spigoli, le forme compiute ed il “non finito”, giochi di vedute inconsuete e una interpretazione soggettiva della prospettiva. Nei suoi lavori – che spaziano fra la pittura e la scultura – si danno appuntamento svariati discorsi e linguaggi che hanno come filo conduttore la ricerca del volume, lo spazio ed il colore. Dal 1998 espone in Italia e all’estero, numerose sono le mostre sia collettive che personali e le collaborazioni con gallerie francesi e italiane, tra cui Galerie Mercier a Parigi e Andrea Nuovo Home Gallery a Napoli. Nel settore istituzionale si annoverano le personali a Castel dell’Ovo con la mostra Sguardoltre; al Museo Archeologico Nazionale con Al Museo; al PAN con Passaggi; nell’ambito del ciclo di mostre-focus che hanno ospitato artisti contemporanei in dialogo con la collezione storica “Incontri sensibili: Paolo La Motta incontra Capodimonte”, 2018 e “Capodimonte incontra la sanità” 2021; nel 2023, “Il mare bagna Napoli. Sequenze”, nello spazio ART GATE dell’Aeroporto Internazionale di Napoli.
Ha ricevuto diversi riconoscimenti pubblici, tra cui: nel 2005 vince il Premio giovani scultura presso l’Accademia Nazionale di San Luca di Roma; nel 2006 ottiene il Quinto Premio Internazionale di scultura dell’Accademia Albertina di Torino; nel 2013 riceve il Premio Michetti del Museo Michetti di Francavilla a Mare. Ed infine, nel 2021 l’acquisizione, da parte del Museo di Capodimonte, del polittico dedicato a Genny Cesarano, come parte della collezione permanente della sezione contemporanea. È inoltre presente in diverse collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

Teatri delle città di rilevante interesse culturale

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