Duemilacinquecento anni fa i Greci, dopo aver affrontato insieme il nemico esterno, cominciano a scannarsi tra di loro nella guerra del Peloponneso. La tragedia è grande ma Aristofane ne fa una commedia, inventandosi lo sciopero dell’amore di Lisistrata e delle donne greche per la pace sullo sfondo tragico della lotta fratricida. Abbiamo scelto di rimettere in scena Lisistrata, ad otto anni dalla sua prima rappresentazione perché in un momento storico come il nostro è impossibile girarsi dall’altra parte di fronte alla strage quotidiana di giovani e giovanissimi che le guerre causano in ogni parte del mondo. Ciò che della commedia di Aristofane, ci interessa è “l’altro sguardo” con cui la sua eroina, la sacerdotessa Lisistrata, riesce intravedere in una situazione tragica un soluzione. Trovandola in qualcosa di apparentemente poco nobile come la seduzione , la sensualità , tanto vituperata dalle altre sacerdotesse , ma in cui essa riesce intravedere l’unica arma con cui le donne dell’Ellade , private di potere dagli uomini e dunque subalterne a essi possano fermare la guerra, trasformando il loro sciopero del sesso in una vera e propria arma di costruzione di pace. Speriamo che in questo capovolgimento tra basso e alto , tra profano e sacro che Aristofane si inventa come esorcismo di pace, le giovani e i giovani che interpretano lo spettacolo e coloro che lo vedranno potranno trovare ispirazione per non arrendersi allo stato delle cose del mondo e soprattutto la forza per capovolgere il loro destino imparando che anche dal disastro può nascere il desiderio di una vita migliore. Quando a questa commedia hanno assistito le famiglie dei nostri giovani allievi, anch’esse schierate in opposte fazioni di una guerra che insanguina le nostre periferie in modo cronico, riunite di nuovo insieme, hanno riso e si sono commosse come i greci di due millenni orsono: le emozioni non cambiano nel tempo.