I poeti selvaggi di Roberto Bolaño. Primo Capitolo
-
Crediti:
I POETI SELVAGGI DI ROBERTO BOLAÑO
Indagine su cittadini poco raccomandabili
UNA CONFERENZA SPETTACOLO IN TRE CAPITOLI
testo, drammaturgia, traduzioni e voce narrante Igor Espositoregia Daniele Russo e Igor Esposito
voce dei poeti Daniele Russo
musiche dal vivo Massimo Cordovani
luci Daniele Russo e Giuseppe Di Lorenzo
sculture Carlo De Vitaproduzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
si ringrazia il Festivaletteratura di Mantova
“Un poeta può sopportare di tutto. Il che equivale a dire che un uomo può sopportare di tutto. Ma non è vero: sono poche le cose che un uomo può sopportare. Sopportare davvero. Un poeta, invece, può sopportare proprio di tutto. In questa convinzione siamo cresciuti. Il primo enunciato è vero, ma conduce alla rovina, alla follia, alla morte”. Basterebbe quest’incipit, tratto da uno dei racconti di “Chiamate telefoniche”, a dimostrare la passione che nutriva Roberto Bolaño per i poeti e la poesia. Una passione, un’attenzione e una cura che lo scrittore cileno, ogni volta che ha potuto, ha sempre ribadito esplicitamente. Difatti l’incipit del racconto dal titolo “Enrique Martín” è solo uno dei numerosi indizi che lo scrittore ha disseminato nella sua opera in prosa, dove c’è quasi sempre una porta o una finestra dalla quale si affaccia un poeta o arriva l’eco di alcuni memorabili versi. Questo aspetto emerge anche dalle numerose interviste o dai saggi e discorsi raccolti nel volume “Tra parentesi”. Fino a giungere ad uno dei suoi capolavori: “I detective selvaggi”, dove i due protagonisti, Arturo Belano e Ulises Lima, non sono altro che l’alter ego dello scrittore cileno e del poeta messicano Mario Santiago, fondatori insieme a Bruno Montané, negli anni ’70, a Città del Messico, del movimento poetico denominato l’Infrarealismo. Ma quasi tutti i poeti amati da Bolaño sono ancora inediti in Italia. Ecco allora che la conferenza-spettacolo dal titolo: “I poeti selvaggi di Roberto Bolaño” prova a costruire un viaggio nella foresta dove svettano, come alberi o fiori imprescindibili, i poeti amati dallo scrittore cileno. Poeti e poesie sulle quali si è plasmata l’estetica e il gusto del grande scrittore cileno. La conferenza-spettacolo si dipanerà in tre capitoli che prenderanno corpo in tre serate, formando un unico flusso narrativo, ma ogni capitolo potrà anche essere ascoltato separatamente. La messa in scena avrà due voci: quella narrante incarnata da Igor Esposito, quella dei poeti incarnata da Daniele Russo e le musiche di Massimo Cordovani.
Igor Esposito
C’è qualcosa nei poeti che non riesci mai a contenere. Scivolano via, esplodono, scompaiono, ritornano. Hanno fame, hanno febbre. Eppure restano. Nei libri, nelle vene, nella voce di chi li legge. I poeti selvaggi nasce da questo bisogno di trattenerli, almeno per un’ora, almeno per una sera. Di portarli in scena, farli camminare accanto a noi.
Quando salgo in scena non porto solo testi e nomi, ma il peso vivo di vite ai margini: c’è qualcosa di urgente, di necessario in questi versi — e non è solo letteratura. È carne, è lotta, è amore, è perdita. Bolaño li ha inseguiti in tutta la sua opera. Noi proviamo a restituirne la traiettoria: spezzata, frammentaria, ma luminosa.
Recitare questi poeti è come entrare in una foresta che brucia piano. Le parole arrivano addosso come scintille: alcune restano attaccate alla pelle, altre si spengono nell’aria. Ma ogni volta che una voce trova spazio, ogni volta che un poeta dimenticato torna a vibrare, succede qualcosa. Una piccola disobbedienza. Un atto di libertà.
Daniele Russo
PRIMO CAPITOLO
Il primo capitolo della conferenza spettacolo “I poeti selvaggi di Roberto Bolaño” inizia il suo viaggio partendo dal colpo di stato di Augusto Pinochet che spazzò, con criminale violenza, il governo democratico di Allende. Solo qualche giorno prima Bolaño era tornato a Santiago de Cile da Città del Messico. Aveva vent’anni e scriveva poesie. Seguendo la rocambolesca vita del nostro scrittore si intercetteranno i primi poeti amati da Bolaño: Carlos Pezoa Veliz, Jorge Telleir, Alfonso Alcalde. Il ritorno a Città del Messico e la nascita del movimento poetico dell’Infrarelismo, fondato insieme ai poeti Mario Santiago e Bruno Montané. E ancora i versi ribelli di Darío Galicia che cantava l’amore omosessuale, nel Messico degli anni ’70, pagando il prezzo dell’emarginazione. L’ultimo affondo sarà dedicato alla poesia civile di Gonzalo Millán e alla sua lucida resistenza, a colpi di versi, contro il fascismo di Pinochet.
Info Parcheggio e Accessibilità
Info Parcheggio e Accessibilità
Dimentica lo stress da parcheggio per arrivare al Teatro Bellini. Potrai lasciare la tua macchina presso uno dei parcheggi convenzionati col Teatro:
- Garage Correra
via Francesco Saverio Correra, 29 – 90135, Napoli (NA)
(+39) 081 564 0118 - Ecumano Parking
via S. Giovanni Maggiore Pignatelli, 41 – 80134, Napoli (NA)
(+39) 081 580 2152 - Parcheggio Cavour
P.za Cavour, 34 – 80137, Napoli (NA)
(+39) 081 454183
per maggiori informazioni, agevolazioni e specifiche clicca qui
Salva l'evento sullo Smartphone

