29 aprile

Quasi una serata. Tre Atti Unici

di Ethan Coen, regia Davide Marranchelli
Calendario
  • Crediti:

    QUASI UNA SERATA
    Tre atti unici
    di Ethan Coen

    regia Davide Marranchelli

    con Stefano Annoni, Paui Galli, Davide Marranchelli, Simone Severgnini

    scene e costumi Anna Bonomelli
    realizzazione scene Andrea Verga
    foto e concept Federico Galimberti

    coproduzione Il Giardino delle Ore, Mumble Teatro e Fondazione Palazzo Litta per le Arti ONLUS
    In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di Joseph Weinberger Limited, Londra
    Finalista In-Box 2023

Uno spettacolo geniale e irriverente; la prima di questo grande cineasta a teatro; uno spunto di riflessione sul rapporto tra l’umano e il grande mistero dell’esistenza. Dalla penna di Ethan Coen (autore e regista per il cinema insieme al fratello Joel) nascono situazioni esilaranti e surreali, dove è il divino a essere a nostra immagine e somiglianza, e non viceversa. Tra teatro dell’assurdo e ironia tipica della sua opera, alle situazioni evocate dai tre atti unici in cui si suddivide il testo, la scelta registica è stata quella di aggiungere un’ulteriore scatola teatrale, in cui si muovono gli attori quasi surrealmente costretti, oltre che ai propri ruoli, al loro ruolo di artisti; che devono “muovere” il pubblico, per provare a trasformare quella che altrimenti sarebbe quasi una serata in una serata memorabile.

“Ridere amaramente, riflettere col sorriso, riconoscersi e sorridere delle nostre immense piccolezze.”
Stefano Annoni

Note di regia
Quasi Una Serata è un gioco – il teatro è un gioco – e Cohen ne è pienamente consapevole: un “aldilà” a immagine e somiglianza degli inferni di questa terra, discussioni fra coppie che potremmo essere noi ieri sera, dibattiti accesi tra dèi che amano e dèi che giudicano, ma comunque dèi che menano. Nei tre atti unici si affrontano smaccatamente temi “altissimi”, quasi intoccabili: domande esistenziali, l’eternità, il rapporto con Dio e con la propria coscienza, le relazioni e i sentimenti; la nostra sensazione è che questo cabaret di temi passi però in secondo piano di fronte al medium che li tiene insieme: il teatro, inteso come cerimonia, condivisione di domande e conflitti a volte insolubili. Abbiamo scelto quindi di mettere al centro del dibattito proprio la teatralità, questo rito collettivo che tanto ci affascina e diverte, e di interrogarci innanzitutto sul nostro modo di fruire del teatro, di stare in scena e di stare in platea, e di porre le stesse domande anche al pubblico. Cosa cerchiamo da una serata di spettacolo? A cosa serve? Non basta sedersi per essere spettatore, e non basta agire per essere attore, per rendere quasi una serata una “Serata intera” dobbiamo percepire gli esseri umani davanti e intorno a noi non solo come occhio e orecchio, ma come materiale fertile, malleabile e incredibilmente vivo. Questo spettacolo inizia molto prima del suo inizio, con un’investigazione che parte dalle nostre città e finisce in platea, in una (quasi) serata che vuole essere allo stesso tempo indagine e restituzione, spettacolo e prova, per rendere i confini della rappresentazione, così come quelli della finzione, sempre più labili.

Davide Marranchelli

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