Natale in casa Cupiello

di Eduardo De Filippo
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  • Crediti:

    NATALE IN CASA CUPIELLO
    Spettacolo per attore cum figuris
    di Eduardo De Filippo

    da un'idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia

    con Luca Saccoia 

    regia Lello Serao

    spazio scenico, maschere e pupazzi Tiziano Fario
    manovratori Salvatore Bertone, Paola Maria Cacace, Lorenzo Ferrara, Oussama Lardjani, Irene Vecchia
    formazione e coordinamento manovratori Irene Vecchia
    luci Luigi Biondi e Giuseppe Di Lorenzo
    costumi Federica del Gaudio 
    musiche originali Luca Toller
    realizzazione scene Ivan Gordiano Borrelli
    assistente alla regia Emanuele Sacchetti
    datore luci Paco Summonte
    mastering Luigi Di Martino
    fonica  Mattia Santangelo
    progetto grafico Salvatore Fiore 
    documentazione video Francesco Mucci
    direttore di produzione Hilenia De Falco

    un progetto a cura di Interno 5 e Teatri Associati di Napoli
    in coproduzione con Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
    con il sostegno della Fondazione De Filippo per i 90 anni di Natale in casa Cupiello

  • Durata Spettacolo: 95 minuti

Natale in casa Cupiello, prodotto da Teatri Associati di Napoli è fedele al testo di Eduardo, nasce come un’installazione teatrale “viva” per un attore cum figuris. L’ambientazione è quella di un grande presepe in cui si muovono l’attore e le figure animate, che lui stesso manovra. Qui Tommasino viene raffigurato come simbolo di un cambiamento, pensando che il suo fatidico “sì” alla famosa domanda paterna sul presepe, non sia solo un modo di accontentare il padre morente ma l’inizio di un nuovo percorso.

Note di regia

Il progetto nasce da un’idea di Luca Saccoia e Vincenzo Ambrosino che ha preso corpo dall’incontro con il sottoscritto e lo scenografo Tiziano Fario.
Il presepe è l’orizzonte dentro cui si muove tutta l’opera sia in senso reale che metaforico, il presepe è l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo, il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e non piacere.
E’ proprio da questa ultima affermazione che siamo partiti, cosa è diventato quel Tommasino, “Nennillo”, così come lo appella la madre, considerandolo un eterno bambino? Come si è trasformato dopo quel fatidico “si” sul letto di morte del padre? A queste risposte abbiamo provato a dare corpo immaginando che Tommasino abbia pronunciato quel “si” convinto, che da allora in poi, dovesse esserci un cambiamento, pensando che non fosse solo un modo di accontentare il padre morente, ma che fosse l’inizio di un percorso nuovo, di una nascita, così come il Presepe racconta. Ecco allora Tommasino farsi interprete a suo modo di una tradizione, eccolo testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte.
Per farlo, per rendere ripetibile il rito, Tommasino si serve di pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anno come il Presepe e i suoi pastori. Si lascia sorprendere ancora una volta dalle storie che questi raccontano, vi prende parte, gli fornisce le battute, riaccarezza il sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del Presepe.

-Lello Serao

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