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Crediti:
di Dale Wasserman
dall'omonimo romanzo di Ken Keseytraduzione Giovanni Lombardo Radice
adattamento Maurizio de Giovannicon Daniele Russo
Alfredo Angelici, Emanuele Maria Basso, Gaia Benassi, Renato Bisogni, Antimo Casertano, Sergio Del Prete, Franklyn Gliozzi, Viviana Lombardo, Daniele Marino, Mauro Marino, Giacomo Rosselliscene Gianluca Amodio
costumi Chiara Aversano
disegno luci Marco Palmierimusiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
videografie Marco Schiavoniuno spettacolo di Alessandro Gassmann
produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Biondo Palermo
- Durata Spettacolo: 160 Minuti
Qualcuno volò sul nido del cuculo è il romanzo che Ken Kesey pubblicò nel 1962 dopo aver lavorato come volontario in un ospedale psichiatrico californiano. Narra, attraverso gli occhi di Randle McMurphy, uno sfacciato delinquente che si finge matto per sfuggire alla galera, la vita dei pazienti di un manicomio statunitense e il trattamento coercitivo che viene loro riservato. Nel 1971 Dale Wasserman ne realizzò, per Broadway, un adattamento scenico, che costituì la base della sceneggiatura dell’omonimo film di Miloš Forman, interpretato da Jack Nicholson e entrato di diritto nella storia del cinema. Oggi, la drammaturgia di Wasserman torna in scena, rielaborata dallo scrittore Maurizio de Giovanni, che, senza tradirne la forza e la sostanza visionaria, l’avvicina a noi, cronologicamente e geograficamente. Randle McMurphy diventa Dario Danise e la sua storia e quella dei suoi compagni si trasferiscono nel 1982, nell’Ospedale psichiatrico di Aversa. Alessandro Gassmann, dirigendo un cast eccezionale, dà vita ad un allestimento personalissimo, elegante, contemporaneo, il cui risultato è uno spettacolo appassionato, commovente e divertente, imperdibile, per la sua estetica dirompente e per la sua forte carica emotiva e sociale.
“Un testo che è una lezione d’impegno civile, uno spietato atto di accusa contro i metodi di costrizione e imposizione adottati all’interno dei manicomi ma anche, e soprattutto, una straordinaria metafora sul rapporto tra individuo e Potere costituito, sui meccanismi repressivi della società, sul condizionamento dell’uomo da parte di altri uomini. Un grido di denuncia che scuote le coscienze e che fa riflettere”.
–Alessandro Gassmann
RASSEGNA STAMPA
“I titoli sono spesso un richiamo, ma Alessandro Gassmann non ha teatralizzato il film Qualcuno volò sul nido del cuculo. […] L’obiettivo dello spettacolo è, tra energia poetica e congestionato (anche troppo) impegno, qualcosa che fa pensare a La corsia n.6 di Cechov e a La pecora nera di Ascanio Celestini.”
Rodolfo di Giammarco, la Repubblica
“[…] la solitudine, l’infelicità, l’inadeguatezza, la voglia e l’impossibilità di vita e di libertà, o almeno di un cambiamento, anche minimo, pur senza la rassegnazione di una condizione che, forse, non può mutare. Sebbene rassicurato dal fatto stesso di assistere a una rappresentazione teatrale, sono sensazioni queste che la regia di Gassmann non lascia nel vago e di cui resta traccia nello spettatore se non altro perché si accordano con l’attualità.”
Valeria Chianese, Avvenire
“[…] Qualcuno volò sul nido del cuculo rappresenta una proposta di notevole chiamata per più interessi, sia dovuti a una popolarità in origine, sia a richiami intercettati da questa versione. […] Lo spettatore scorgerà sogni falliti, slanci anomali, miraggi femminili surreali, fino a un epilogo di grosso, travolgente effetto. Dimenticatevi i film, questo è un lavoro dal vivo.”
Rodolfo di Giammarco, Roma
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