Dal 21 ottobre Al 26 ottobre

Donald. Storia molto più che leggendaria di un Golden Man

di e con Stefano Massini
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    DONALD
    Storia molto più che leggendaria di un Golden Man

     di e con Stefano Massini

    aiuto regia Serena Fornari
    scene Paolo Di Benedetto
    disegno luci Manuel Frenda
    musiche Enrico Fink
    immagini Walter Sardonini
    costumi Elena Bianchini

    produzione Teatro Della Toscana Teatro Nazionale

Un uomo? O un dio? O un semidio? Nel 2015 Donald J. Trump annuncia la sua entrata nell’agone politico obbligando la stampa ad alzare gli occhi al cielo, per contemplarlo mentre scende su una scala mobile sulle note di un inno travolgente: l’apoteosi di un extra-umano chiamato a salvare moltitudini di terrestri plaudenti. Dopo i successi nei teatri di tutto il mondo con “Lehman Trilogy” e “Manhattan Project”, Stefano Massini torna a occuparsi di un’epica americana stavolta concentrandosi sull’irresistibile ascesa del miliardario newyorkese, fino appunto alla sua prima elezione alla Casa Bianca. Ecco allora prendere forma sul palco la genesi incredibile di un leader che si è proiettato laddove nessun altro, riscrivendosi addosso le regole dell’economia, della finanza, della politica e perfino della civiltà. A soli quarant’anni già vegliava sull’umano consesso, dall’alto di un attico di 3000 metri quadri con vista su Manhattan da dove pianificava il suo regno di monarca assoluto, simbolo e incarnazione del potere. In un succedersi incalzante di colpi di scena, di incontri decisivi e di vertiginose montagne russe fra trionfi e bancarotte, Massini ripercorre la rocambolesca gimkana esistenziale di un uomo che si è trasformato in marchio commerciale, in icona, in brand, in testimonial del suo stesso successo e sponsor della propria scalata, sempre spingendosi oltre il limite e oltre il lecito, in una sfida instancabile che non ammette l’ipotesi della resa ma sempre e solo l’ebbrezza del rilancio. Si scopre allora che Donald è in fondo la personificazione del nostro tempo, di cui esprime perfettamente il caos fra realtà e reality, fra fake e fiction, fra persona e personaggio. Ne nasce un racconto rivelatorio e per molti aspetti raggelante, che conferma il teatro nella sua missione antichissima di occhio critico sulla contemporaneità, di cui può cogliere ombre e abissi con la semplicità disarmante di una narrazione necessaria.

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