Dal 21 ottobre Al 16 novembre

I poeti selvaggi di Roberto Bolaño

regia Daniele Russo e Igor Esposito
Calendario
  • Crediti:

    I POETI SELVAGGI DI ROBERTO BOLAÑO
    Indagine su cittadini poco raccomandabili
    UNA CONFERENZA SPETTACOLO IN TRE CAPITOLI
    testo, drammaturgia, traduzioni e voce narrante Igor Esposito

    regia Daniele Russo e Igor Esposito

    voce dei poeti Daniele Russo

    musiche dal vivo Massimo Cordovani
    sculture Carlo De Vita

    produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
    si ringrazia il Festivaletteratura di Mantova

“Un poeta può sopportare di tutto. Il che equivale a dire che un uomo può sopportare di tutto. Ma non è vero: sono poche le cose che un uomo può sopportare. Sopportare davvero. Un poeta, invece, può sopportare proprio di tutto. In questa convinzione siamo cresciuti. Il primo enunciato è vero, ma conduce alla rovina, alla follia, alla morte”. Basterebbe quest’incipit, tratto da uno dei racconti di “Chiamate telefoniche”, a dimostrare la passione che nutriva Roberto Bolaño per i poeti e la poesia. Una passione, un’attenzione e una cura che lo scrittore cileno, ogni volta che ha potuto, ha sempre ribadito esplicitamente. Difatti l’incipit del racconto dal titolo “Enrique Martín” è solo uno dei numerosi indizi che lo scrittore ha disseminato nella sua opera in prosa, dove c’è quasi sempre una porta o una finestra dalla quale si affaccia un poeta o arriva l’eco di alcuni memorabili versi. Questo aspetto emerge anche dalle numerose interviste o dai saggi e discorsi raccolti nel volume “Tra parentesi”. Fino a giungere ad uno dei suoi capolavori: “I detective selvaggi”, dove i due protagonisti, Arturo Belano e Ulises Lima, non sono altro che l’alter ego dello scrittore cileno e del poeta messicano Mario Santiago, fondatori insieme a Bruno Montané, negli anni ’70, a Città del Messico, del movimento poetico denominato l’Infrarealismo. Ma quasi tutti i poeti amati da Bolaño sono ancora inediti in Italia. Ecco allora che la conferenza-spettacolo dal titolo: “I poeti selvaggi di Roberto Bolaño” prova a costruire un viaggio nella foresta dove svettano, come alberi o fiori imprescindibili, i poeti amati dallo scrittore cileno. Poeti e poesie sulle quali si è plasmata l’estetica e il gusto del grande scrittore cileno. La conferenza-spettacolo si dipanerà in tre capitoli che prenderanno corpo in tre serate, formando un unico flusso narrativo, ma ogni capitolo potrà anche essere ascoltato separatamente. La messa in scena avrà due voci: quella narrante incarnata da Igor Esposito, quella dei poeti incarnata da Daniele Russo e le musiche di Massimo Cordovani.
Igor Esposito

PRIMO CAPITOLO
Il primo capitolo della conferenza spettacolo “I poeti selvaggi di Roberto Bolaño” inizia il suo viaggio partendo dal colpo di stato di Augusto Pinochet che spazzò, con criminale violenza, il governo democratico di Allende. Solo qualche giorno prima Bolaño era tornato a Santiago de Cile da Città del Messico. Aveva vent’anni e scriveva poesie. Seguendo la rocambolesca vita del nostro scrittore si intercetteranno i primi poeti amati da Bolaño: Carlos Pezoa Veliz, Jorge Telleir, Alfonso Alcalde. Il ritorno a Città del Messico e la nascita del movimento poetico dell’Infrarelismo, fondato insieme ai poeti Mario Santiago e Bruno Montané. E ancora i versi ribelli di Darío Galicia che cantava l’amore omosessuale, nel Messico degli anni ’70, pagando il prezzo dell’emarginazione. L’ultimo affondo sarà dedicato alla poesia civile di Gonzalo Millán e alla sua lucida resistenza, a colpi di versi, contro il fascismo di Pinochet.  

SECONDO CAPITOLO
Il secondo capitolo della conferenza spettacolo riparte dalla vita di Bolaño che lascia Città del Messico per sbarcare a Barcellona, dove ad attenderlo ci sono la madre, la sorella e il poeta Bruno Montané. Nella città catalana il fuoco della poesia non si spegne: pubblicano riviste dalla breve vita. Poi, Bolaño, si isola in una casa di campagna nei pressi di Girona. È disperato. A salvarlo ci penseranno le lettere del poeta cileno Enrique Lihn. La narrazione darà spazio ai versi di questo grande poeta, che in parte riprende la lezione di Nicanor Parra. Poi incontreremo la follia di Rodrigo Lira e Leopoldo Maria Panero. Rodrigo Lira, secondo Bolaño, è il miglior poeta della sua generazione, mentre Panero, uno dei più importanti poeti spagnoli del secondo Novecento; per chiudere con la poetessa messicana Carmen Boullosa.    

TERZO CAPITOLO
Il terzo capitolo della conferenza spettacolo riparte dalla tragedia delle dittature latino americane. Ecco allora che non possono mancare i versi di Raúl Zurita che attraverso la sua poesia ha denunciato l’orrore dei desaparecidos. Con un repentino cambio di passo, dopo aver citato Borges e Wilcock, si toccherà la poesia ironica e colloquiale di Claudio Bertoni. Poi si tornerà agli amici di Bolaño: i poeti infrarealisti Bruno Montané e Mario Santiago. Infine si attraverserà l’inferno anarchico e aristocratico di Osvaldo Lamborghini per chiudere con la poesia amorosa della poetessa uruguaiana Iris Godoy Rodriguez.

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