
La città dei vivi
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Crediti:
LA CITTÀ DEI VIVI
liberamente tratto dal romanzo di Nicola Lagioiaregia, video e adattamento drammaturgico Ivonne Capece
con Sergio Leone, Pietro De Tommasi, Daniele Di Pietro, Cristian Zandonella (cast video in definizione)
scene Rosita Vallefuoco
assistente alla scenografia Michele Lubrano Lavadera
videomaking e regia video Ivonne Capece
costumi e concept visivo Micol Vighi
sound designer Simone Arganini
assistente alla regia Micol Vighi
assistenti volontari Pasquale Montemurro, Barbara Capece, Luigi de Luca
light designer in definizione
riprese e post-produzione video in definizione
responsabile di produzione Nadia Fiorioprodotto da Elsinor Centro di Produzione Teatrale, TPE Teatro Piemonte Europa, Teatri di Bari, Fondazione Teatro di Napoli, Teatro di Sardegna
N.B. Lo spettacolo non è adatto ai minori di 16 anni.
Un caso di cronaca nera tra i più disturbanti degli ultimi anni diventa materia teatrale. La città dei vivi ricostruisce la storia dell’omicidio di Luca Varani – avvenuto a Roma nel 2016 – ma non si limita al fatto: esplora il contesto, il vuoto, le derive, i desideri distorti di una generazione. Tratto dall’inchiesta narrativa di Nicola Lagioia, lo spettacolo affronta il male nella sua forma più disarmante: quella che si nasconde dietro volti normali, in case normali, in vite all’apparenza comuni. Attraverso una drammaturgia tesa, ibrida tra racconto e confessione, il teatro diventa lo spazio dove guardare in faccia l’indicibile. Roma, presenza viva e ambigua, è insieme scenario e protagonista: una città che ammalia e consuma, che attrae e abbandona.
La città dei vivi interroga lo spettatore, senza moralismi ma con urgenza. Perché quel buio non è solo loro. È anche nostro.
AVVERTENZA
Lo spettacolo “La città dei vivi“ è un’opera di finzione, seppur liberamente ispirato ad un romanzo che tratta vicende di cronaca note al pubblico.
Esso non ha finalità informative, documentaristiche o giornalistiche, né intende rappresentare fedelmente fatti, persone o responsabilità realmente accertate. Al contrario, si configura come opera artistica, espressione del diritto alla libertà creativa, finalizzata all’esplorazione di temi universali attraverso strumenti propri della scena: la metafora, l’iperbole, la trasfigurazione simbolica, l’immaginario.
Eventuali riferimenti a nomi, situazioni o dinamiche riconoscibili sono frutto di elaborazione drammaturgica e non devono essere intesi come affermazioni veritiere o ricostruzioni attendibili dei fatti. L’opera non mira ad informare né a fornire verità, ma a stimolare una riflessione artistica e umana.
In nessun caso la rappresentazione va intesa come accusa, insinuazione o giudizio reale nei confronti di soggetti eventualmente riconoscibili. Ogni elemento narrativo mira a manipolare la vicenda specifica per raccontare una storia universale, proposta in chiave poetica, simbolica e provocatoria.
Info Parcheggio e Accessibilità

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