Dal 03 luglio Al 13 luglio

Opera in transizione. Anime pezzentelle dalla faccia sporca

un percorso di ricerca antropologica, testi, drammaturgia e creazione di Mimmo Borrelli
Calendario
  • Crediti:

    OPERA IN TRANSIZIONE
    anime pezzentelle dalla faccia sporca

    un percorso di ricerca antropologia, testi, drammaturgia e creazione di Mimmo Borrelli

    con la Compagnia Bellini Teatro Factory
    Greta Bertani, Sofia Celentani Ungaro, Filippo D’Amato, Rossella De Martino, Daniela De Riso, Miriam Giacchetta, Cristoforo Iorio, Tarek Ismail, Valeria Martire, Gaia Napoletano, Matteo Ronconi, Giuseppina Ruggiero, Luigi Savinelli, Umberto Serra, Lucia Straccamore
    assistenti alla regia Martina Abate, Antonio Basile

    musiche a cura di Antonio Della Ragione
    luci Salvatore Palladino
    elementi scenografici, oggetti di scena e spazio scenico Luigi Ferrigno
    costumi Enzo Pirozzi
    maschere Gennaro Staiano
    collaborazione al progetto Gianluca Catuogno
    sound design Alessio Foglia
    foto di scena Flavia Tartaglia

    produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Belli
    si ringrazia Opera Pia Purgatorio ad Arco Onlus

    Progetto “Purgatorio ad Arco: un Arco sul territorio”

    3 – 13 luglio
    Luogo di rappresentazione Complesso Monumentale del Purgatorio ad Arco”

    ingresso Vico Storto Purgatorio ad Arco n 15

     

  • Durata Spettacolo: 120 minuti

Undici anni fa, dalla disponibilità dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco, nacque un articolato progetto di ricerca, affidato a Mimmo Borrelli e pensato per un luogo molto speciale: il Complesso Monumentale di Purgatorio ad Arco, dove si perpetua il viaggio che accompagna le Anime Pezzentelle dal Purgatorio al Paradiso e si affronta uno dei più controversi aspetti dell’identità partenopea, ovvero il rapporto irrisolvibile con la morte. Oggi, quel viaggio prende il nome di Opera in Transizione, con gli attori della Bellini Teatro Factory che hanno concluso il loro percorso di formazione triennale, diretto dallo stesso che Borrelli.

Questa ripresa segna l’inizio di un nuovo percorso che vede la trasformazione della Bellini Teatro Factory ‘da classe a compagnia’, con un anno aggiuntivo di produzione teatrale continuativa che coinvolgerà tutti i neodiplomati in quattro spettacoli, diretti da registi diversi, nei palcoscenici del Piccolo Bellini e del Bellini.
Un’esperienza concreta e totalizzante fatta di repliche numerose, impegno costante, crescita reale, con il duplice obiettivo di offrire una possibilità unica di lavoro a giovani artisti formati e, al tempo stesso, di creare una nuova compagnia fluida, la Compagnia Bellini Teatro Factory, aperta anche ad altri talenti provenienti da altre accademie e scuole, in un processo dinamico e in continuo ascolto delle urgenze delle nuove generazioni.
Il primo atto di questo nuovo progetto è proprio il lavoro di Mìmmo Borrelli con Opera in transizione.

Nella tripla veste di autore, regista e maestro, Borrelli guida i giovani attori nel percorso di scoperta e assimilazione di questa tradizione tutta napoletana, in cui il popolo dialoga con la morte e patteggia favori, attraverso la cura (il refrisco) dei resti mortali di povere anime sconosciute in cerca di pace eterna. Un’occasione per raccontare questa condizione di limbo, il purgatorio, che accomuna i morti non ancora ascesi in paradiso con i vivi, che abitano una città destinata a non trovare mai, eternamente, la sua pace. La lingua tellurica di questa Opera ha il suo vibrante contraltare nelle musiche di Antonio Della Ragione; la musica quindi come seconda lingua della città di Napoli, con tutti i suoi umori e le sue tradizioni stratificate e in contraddizione, come un inafferrabile destino.

Il Purgatorio è ll’organo più democratico
creato da Dio con tutti i suoi errori.
Una volta spogli del ricordo, col viatico
di riconoscerli e riconoscersi al di fuori
di questi diventiamo teschi, tali
e quali a quelli colati di ricordi,
teschi e capuzzelle ca so’ tutte quante eguale,
’a stessa fine fanno, muti, diventano sordi.
Il teschio tu ’o vire n’haje menzione.
Il resto lo fa il sogno e l’immaginazione.
Dopo il primo contatto, chesta è ’a menzione:
t’affigure ’o cuorpo, ll’anema e ’o capucchione.
Al Purgatorio se perde l’identità
per riacquistare il fuoco dell’eternità.
Non c’è niente di più umano del Purgatorio,
di una chiesa pensata per un motivo:
dar dialettica alle aspettative di gloria
e certezze ca ’a morte te tene anco’ cchiù vivo.

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