To be or body parte dall’analisi delle fotografie di Robert Mapplethorpe per indagare il rapporto tra corpo e società, per individuare un “bello” che sia anche concreto e passionale, in una sola parola: “reale”. Si cerca l’azione come “forma perfetta” intendendo il corpo come un paesaggio non effimero che nell’atto del movimento esprime essenza. Nel corpo di ogni individuo c’è il proprio vissuto; il corpo è bagaglio di esperienze, emozioni e relazioni, di cui, ineluttabilmente porta il segno. La corporeità qui diventa sinonimo di bellezza, ma non quella puramente estetica che risponde al modello imposto dai media, non la bellezza “da cartolina” che non restituisce né il reale né il realistico, ma la bellezza specifica che caratterizza ognuno di noi, che cambia da persona a persona, che appartiene unicamente a ciascun individuo, come le impronte digitali.