Aldam
Ultra Moenia è il progetto con cui il Teatro Bellini, in collaborazione con L’Arsenale di Napoli, da sempre attenti a nuove forme di interazione con i pubblici delle arti e delle culture contemporanee, si impegna ad abbattere le consuete barriere espositive. L’obiettivo è rendere l’arte contemporanea più accessibile, portandola al di fuori dei luoghi tradizionali e aprendola a un pubblico più ampio. La vetrina del teatro si trasforma in uno spazio-mostra aperto e inclusivo, un punto di incontro tra artisti e cittadini. Il progetto racconta le peculiarità dell’espressività urbana di Napoli, mettendone in luce il legame con la sua storia, attraverso una serie di mostre personali dedicate ai principali street artist attivi in città
Ultra Moenia ha iniziato il suo percorso con Memento Vivi di Trallallà, una sorta di ‘numero zero’ che ha inaugurato il ciclo. Le prime mostre sono state L’abbandono di Samuel (novembre 2024) e OVER di BioDPI (dicembre-gennaio), cui ha fatto seguito, col nuovo anno, la personale del progetto anonimo OgniDonnaUnaMadonna. Il viaggio espositivo è continuato poi con ESSERE/AVERE di Enzo Cref, e ora con la quinta mostra, Contactless di Aldam.
Aldam, artista poliedrico, fin da giovanissimo ha esplorato i linguaggi contemporanei attraverso una contaminazione di generi che spazia dalla musica alla pittura e al videomaking. Il suo stile, in continua evoluzione, intriso di cultura pop e arte urbana, si arricchisce di rimandi futuristici e incursioni nell’informale, dando vita a opere che si pongono come elementi autonomi, capaci di dialogare con contesti di denuncia e critica sociale. La sua attività artistica denota una presa di coscienza del presente, reinterpretata e rimodulata attraverso un linguaggio personale fatto di colore, segno e proliferazione e/o persistenza del tratto nero.
La ricerca di Aldam si concentra sull’esplorazione del segno lineare, che diventa strumento di indagine e infine di appropriazione spaziale. L’artista partenopeo, fin dalle scuole elementari, ha sperimentato il suo talento disegnando avventure di personaggi immaginari, per poi approdare alla cultura hip hop e fondare una sua crew. Armato di bombolette e microfono, Aldam converte sentimenti come rabbia, frustrazione e tristezza in artwork creativi. Le tecniche del writing, i graffiti e le azioni di “tagging”, vissute tra clandestinità e adrenalina, diventano il mezzo espressivo attraverso cui dar voce al suo istinto creativo. Raid notturni, velocità d’esecuzione, perfezione del gesto, sono il mix da cui scaturisce il suo stile riconoscibile: colori vivaci, tratti decisi ed elementi astratti.
Contactless mette a nudo una delle piaghe più dolorose della nostra epoca: la solitudine delle generazioni. L’immagine di un’anziana signora, vestita di un nero profondo, lo sguardo perso nel vuoto, che stringe tra le mani uno smartphone illuminato da una luce (paradossalmente) altrettanto nera, è simbolo dell’oscurità che avvolge l’isolamento degli anziani, amplificato dalla difficoltà nell’utilizzo dei moderni mezzi di comunicazione. L’opera non si limita a rappresentare una figura solitaria, ma invita a riflettere sul distacco sempre più profondo tra le generazioni, causato dall’uso pervasivo di cellulari e social media, che creano un muro di separazione e rendono le relazioni interpersonali “senza contatto”, come suggerisce il titolo stesso.Aldam, attraverso questo lavoro, solleva una riflessione fondamentale sull’importanza del legame tra vecchie e nuove generazioni. La solitudine degli anziani, abbandonati in un mondo che sembra aver dimenticato il valore del contatto umano, diventa un simbolo di una società sempre più egoista e individualista. L’artista non si limita a denunciare, ma invita a un risveglio collettivo, a ricordare le proprie radici e il passato come atto rivoluzionario per costruire un futuro migliore, più empatico e consapevole. Contactless è un’opera che stimola una presa di coscienza e un ritorno a connessioni autentiche, oltre la superficie digitale, toccando le corde più intime della società contemporanea, invitando a riscoprire… il calore di un abbraccio, la forza di uno sguardo, la potenza di una parola…