Enzo Cref

Con Ultra Moenia il Teatro Bellini, in collaborazione con L’Arsenale di Napoli, da sempre attenti alle nuove modalità di interazione con i pubblici delle arti e delle culture contemporanee, tenta di abbattere le consuete barriere espositive. L’obiettivo è portare l’arte contemporanea fuori dai luoghi convenzionali e renderla accessibile a un pubblico più ampio. La vetrina del teatro si trasforma così in uno spazio-mostra, punto di incontro tra artisti e cittadini tutti. Il progetto racconta le peculiarità dell’espressività urbana della città, alla luce della sua continuità con il passato, attraverso un programma di mostre personali dedicate ai principali street artist attivi a Napoli.

Il progetto ha preso il via con Memento Vivi di Trallallà, il cui intervento è stato una sorta di “numero zero” di Ultra Moenia. L’abbandono di Samuel è stata prima mostra del progetto, presentata nel novembre del 2024; OVER di BioDPI è stata la seconda, esibita tra dicembre e gennaio. La terza mostra è stata quella del progetto anonimo OgniDonnaUnaMadonna. Prosegue il viaggio di Ultra Moenia, con la quarta mostra personale, che vede esporre Enzo Cref, artista poliedrico che con la sua mostra ESSERE/AVERE invita a una riflessione sul dualismo tra apparenza e sostanza, tra l’avere e l’essere appunto.

Enzo Cref è nato a Napoli nel 1983. Art director, designer e artista poliedrico, la sua produzione spazia tra pittura, grafica, installazione e video. Ha mosso i primi passi come writer alla fine degli anni ’90, per poi dedicarsi alla pittura e alla sperimentazione con il lettering e, dai primi anni 2000, alla computer grafica. Parallelamente all’attività artistica, dal 2003 ha lavorato come designer e art director, realizzando brand identity, progetti editoriali e packaging. Ha creato artwork per dischi di diversi artisti e diretto videoclip, specialmente nel mondo Hip Hop, a cui è legato per aver fondato lo storico gruppo napoletano Capeccapa, con cui nel 2013 ha pubblicato un disco ufficiale. Dal 2020 è docente di Progettazione Grafica presso l’Accademia di Comunicazione ILAS di Napoli.

La ricerca artistica di Enzo Cref esplora il potenziale del lettering: l’artista si muove in un territorio di confine, lo spazio simbolicamente fluido che rende le lettere dei media tanto del linguaggio verbale che di quello iconico. Le sue opere portano le lettere all’estremo limite, nel quale continuano a esprimere concetti veicolati dal canale verbale, ma al contempo si trasformano in immagini. Cref esplora la capacità delle lettere e delle parole di evocare immagini quotidiane, di esprimere identità e società, di narrare e di emozionare. Egli trasforma il caos visivo delle città moderne in una narrazione lineare, utilizzando il lettering come strumento per dare sequenzialità alle sue visioni. La sua arte si caratterizza per l’uso combinato di lettere, font e forme geometriche regolari, con una particolare attenzione alla scelta dei colori in contrasto, ma anche alla luce. Cref studia infatti la risposta delle superfici cromatiche – che possono essere lucide, opache, riflettenti, cromate, dorate e così via – alla luce. Questo approccio rende il colore vivo e dinamico, capace di cambiare a seconda di come viene colpito dai raggi luminosi, divenendo non solo un elemento estetico ma anche una metafora del vedere oltre le apparenze.
La mostra ESSERE/AVERE invita a una riflessione profonda sulla condizione umana nella società contemporanea, un tema che risuona con forza nella città di Napoli, intrisa di contrasti, non solo visivi ma anche simbolici. L’opera principale, un dittico che dà il titolo alla mostra, pone interrogativi cruciali: “Bisogna avere per essere oppure c’è bisogno di essere per avere? Cosa è più importante oggi? A cosa aspirano gli esseri umani contemporanei?”. Per sottolineare la contrapposizione tra i due concetti, Cref utilizza il colore: l’avere è simboleggiato da un fondo metallico oro, che richiama l’opulenza e il materialismo, mentre l’essere è rappresentato da un fondo blu notte, colore nobile e profondo, associato alla riflessione. Le superfici cromatiche delle opere, con le loro risposte opposte alla luce, creano un dialogo tra pittura, scultura e installazione, offrendo una visione caleidoscopica della realtà, che evidenzia la complessità dei dettagli, come sarebbe necessario nella lettura della stratificazione fisica e simbolica di una città come Napoli. Ultra Moenia, con questa mostra, si conferma un progetto capace di abbattere le barriere espositive e di arricchire il tessuto culturale della città, offrendo ai cittadini uno spazio di incontro, dialogo e scambio culturale. La mostra di Cref, in particolare, diventa un’occasione per riflettere sul nostro rapporto con il mondo e per riscoprire il significato autentico della nostra esistenza, in una città che da sempre oscilla tra l’apparenza e la sostanza.

Teatri delle città di rilevante interesse culturale

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Il Teatro Bellini sostiene Kimbondo

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