Bellini per le scuole

Perché farlo

Elaborare una proposta per le scuole significa, nei fatti, disegnare una Stagione nella Stagione; tracciare un filo rosso che unisce spettacoli e sale diverse e che alla fine, restituisce un’immagine più o meno definita di quello che il teatro può rappresentare per degli studenti, ovvero un racconto ravvicinato del mondo, fatto di corpi e parole. 

Per la Stagione 25/26, proponiamo alle scuole superiori di incontrare maestri indiscussi della storia del teatro, da Sofocle a Dario Fo, passando per Samuel Beckett attraverso il lavoro che registi, attori e maestranze hanno fatto per rendere questi grandi autori vivi, sorprendenti, perché no, anche criticabili. 

La speranza è che gli autori di certi “capolavori” non incutano paura, non mettano distanza ma siano piuttosto lì, a portata di palco, pronti ad essere studiati in tutti i loro aspetti teatrali (non solo il testo, non solo l’attore, non solo la regia, non solo la scenografia ma tutto, sempre, assieme) e sull’onda di questa prossimità, amati o odiati.

Oltre i Grandi Classici, il teatro si chiama, sommariamente, contemporaneo. La proposta per le scuole di questa Stagione prevede vari appuntamenti, tra Sala Grande e Piccolo Bellini: autori viventi, vicende attuali, luoghi e nomi conosciuti della storia italiana. Più teatro contemporaneo di così!

Riproponiamo il felicissimo progetto Leggere di Paolo Cresta, che viaggia tra i classici e i contemporanei con grande abilità, tenendo fermo un assunto: un testo raccontato, teatralizzato, animato da un continuo dialogo palco platea è sicuramente qualcosa che si apre in modo incredibile alla mente dei giovani spettatori, con più strumenti per diventare giovani lettori.
Paolo Cresta porterà in scena anche Edipo Re, una lettura drammatizzata da Sofocle, e Uno, Nessuno e Centomila da Luigi Pirandello, due spettacoli molto acclamati, negli anni, dal giovane pubblico. 

Prosegue la proposta per piccoli spettatori a cura de Il Teatro nel Baule, compagnia dedicata con passione al teatro per l’infanzia, con vere e proprie esperienze di conoscenza e rivelazione per occhi curiosi. 

Perché non esiste limite di età per venire a teatro.
Perché del valore di una esperienza che coinvolge mente e corpo, cultura e sensibilità, presenza collettiva e dal vivo nell’epoca digitale in cui siamo immersi, è anche superfluo parlarne (o forse no?).
Perché ci impegniamo a mantenere vivo il dialogo tra scuola e teatro, ognuno con la sua lingua, sapendo che gli studenti sono spettatori e cittadini già oggi, non domani.

ULTIMA NOVITÀ!
Un completamento dell’offerta formativa.
Una CARD LIBERA STUDENTI di SCUOLE SECONDARIE DI II GRADO (nella sezione Biglietteria – Abbonamenti e Card), che permette al singolo alunno di venire a teatro in autonomia, in serale o pomeridiana, scegliendo 5 titoli qualsiasi della stagione, senza nessuna limitazione. Un invito a seguire la propria curiosità e a costruire, coraggiosamente, il proprio gusto teatrale.

PROGRAMMA PER LA SCUOLA PRIMARIA

Uno, roie, roie e mmiezo tre… Pulicinè!
Un teatrino di guarattelle a dimensione umana
a cura de Il Teatro nel Baule

con Sebastiano Coticelli, Simona Di Maio, Dimitri Tetta
regia Sebastiano Coticelli, Simona Di Maio
costumi, scene e oggetti Il Teatro nel Baule

Sala: Teatro Bellini
Età consigliata: 5/10 anni
Durata spettacolo: 50 minuti

da novembre 2025 a maggio 2026

In questo spettacolo, tratto dal testo classico di teatro dei burattini Pulcinella, Teresina e la morte, Pulcinella cerca Teresina ma, al suo posto, incontra diversi personaggi: il cane, il padrone del cane, il carabiniere, il frate, il boia, la morte. I bambini si ritroveranno in un gioco fatto di musica e frastuono, di sacro e profano, di ironia e autoironia, nel quale Pulcinella affronta la vita e la morte.

Ingresso 10 € | MATINÉE da definire

PROGRAMMA PER LA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO

Leggere

di e con Paolo Cresta

Ho iniziato a fare l’attore durante il secondo liceo scientifico (liceo Rinaldo d’Aquino di Montella in provincia di Avellino). Ho sempre recitato: in tutte le foto tra asilo e scuole medie mi si vede sempre in costume o con un microfono in mano, ma soltanto durante il secondo liceo ho capito che recitare sarebbe stata la mia vita. La mia “carriera” scolastica era, fino ad allora, proceduta piuttosto tranquillamente. Ma quell’anno, il secondo liceo, appunto, mi sentii perso, entrai in crisi. Ma proprio allora la scuola fece partire un laboratorio di teatro tenuto da una compagnia filodrammatica di Avellino e mettemmo in scena “il Drago” un testo di Schwarz. Avevo finalmente trovato un modo per comunicare col mondo: il Teatro. E avevo trovato un modo per riscoprire la bellezza.
Per raccontare questo progetto ho ritenuto opportuno partire dalla mia piccola esperienza personale. La letteratura è alla base del mio lavoro d’attore. L’attore, l’interprete, è colui che utilizza la propria voce e il proprio corpo per condividere con il pubblico le parole dell’autore. Lavoro dell’attore è far vivere quelle parole!

Cosa avviene?
Io stesso accolgo gli studenti, in maniera semplice, informale. Inizio col chiedere di che classe sono, come stanno, se sanno perché sono lì. Approfitto di queste iniziali domande e conseguenti risposte per cominciare a conoscere i loro nomi. Mi presento e dico di essere un attore e non un professore e che quindi possono rilassarsi. Annuncio che farò molte domande durante il tempo che passeremo insieme e che per queste domande non ci sono risposte “giuste” e così, semplicemente, li spingo a pensare. Una delle prime domande che pongo è: “secondo voi perché uno scrittore scrive?”. Da qui il nostro dialogo entra nel vivo e ci porterà a leggere e scoprire/riscoprire l’autore o l’argomento tema dell’incontro.

Nota: Questi incontri, non essendo degli spettacoli, non seguono un copione predefinito; sono vivacemente mutevoli e, data la forte componente dialogica, dipendono da ciò che nasce dall’incontro con gli studenti. A volte riesco a leggere e raccontare tutto quello che ho previsto per quell’incontro, altre no perché il dialogo ci ha portati a soffermarci maggiormente su qualche pagina, oppure un’osservazione può portarmi a testi che non avevo affatto previsto. Nel dar voce ai testi il mio obiettivo, sempre in un clima di dialogo e divertimento, è di ricordare agli studenti quanta vita, quante emozioni, riflessioni, sogni sono contenuti nelle pagine che hanno la fortuna di incontrare e come, a volte, il fatto di doverle studiare ci “distragga” da tutto questo. Far sentire con forza e passione come ogni autore chieda di essere ascoltato e che nel momento in cui ci mettiamo in ascolto quello è il momento in cui capiamo che è proprio a me, lettore che anche solo per caso ho appoggiato gli occhi sulla sua pagina, che voleva parlare. È a me che voleva raccontare la sua storia. Proprio a me.

ARGOMENTI DISPONIBILI
I promessi sposi

Il mito 
L’amore 
Italo Calvino – I nostri antenati

DATE
dal 23 ottobre 2025 al 5 marzo 2026
MATINÉE da definire

Ingresso 9 € | Sala: Teatro Bellini

MORTE ACCIDENTALE DI UN ANARCHICO
di Dario Fo e Franca Rame

regia Antonio Latella

con in o/a Daniele Russo, Caterina Carpio, Francesco Manetti, Edoardo Sorgente,  Emanuele Turetta

produzione Fondazione teatro di Napoli – Teatro Bellini

dal 26 settembre al 12 ottobre 2025
MATINÉE 10 ottobre 2025

Nel 1921 un emigrante italiano «volò» fuori da una finestra del palazzo della polizia di New York: è questo l’episodio che ispirò “Morte accidentale di un anarchico”, una delle commedie più celebri di Dario Fo. L’azione comincia in una questura, dove il commissario Bertozzo si trova a fronteggiare un matto, capace di spacciarsi per più persone, motore e filo conduttore dell’intera vicenda. “La morte accidentale” a cui allude il titolo dell’opera è quella dell’anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato da una finestra del quarto piano della questura di Milano nel 1969, in uno degli episodi più controversi della storia italiana del dopoguerra; dalla strage di Piazza Fontana, per cui Pinelli era indagato, ad alcuni dei terribili fatti che ne seguono, Dario Fo interroga con la sua opera non solo il caso giudiziario specifico, ma parte di un periodo storico ancora oggi difficile da decifrare e consegnare agli archivi.

Ingresso 12 € | Sala: Teatro Bellini

L’EMPIREO (The Welkin)
di Lucy Kirkwood
traduzione Monica Capuani e Francesco Bianchi

regia Serena Sinigaglia

produzione Teatro Carcano, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Bolzano, LAC – Lugano Arte Cultura, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

dal 4 al 9 novembre 2025
MATINÉE 6 novembre

Amo l’epica, amo la coralità, amo la sfumatura tragicomica: LEmpireo è tutto questo insieme. E non basta: ti racconta una storia avvincente. È un testo contemporaneo che osa essere ambientato nel Settecento, precisamente nel marzo del 1759. […] È secco, ruvido, vero, al pari della realtà. E poi dà spazio alle attrici, 19 personaggi di cui 17 femminili. Una bella inversione di tendenza rispetto alla media dei personaggi pensati e scritti per le donne.

La volontà mia e di Monica Capuani, che ha tradotto il testo e me l’ha fatto conoscere, è di mostrare opere come questa in Italia al fine di affermarne l’unicità e l’importanza assoluta. L’Empireo è uno spettacolo militante, avvincente, divertente, con un cast d’eccezione, che viaggia dentro la scrittura della Kirkwood, dentro ai corpi e agli umori delle 12 matrone, dell’imputata, del giudizio di un cielo tanto luminoso quanto impotente, nella vana speranza che una cometa passi e cambi la storia.
Serena Sinigaglia

Ingresso 12 € | Sala: Teatro Bellini

FINALE DI PARTITA
di Samuel Beckett
traduzione Carlo Fruttero

regia Gabriele Russo

con Michele Di Mauro, Alessio Piazza, Giuseppe Sartori, Anna Rita Vitolo

produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Biondo Palermo

dal 13 al 30 novembre 2025
MATINÉE 20 novembre 2025

La “zona d’interesse” teatrale più a rischio – e ancora oggi centrale – è sempre la stessa: la famiglia. Da Sofocle al teatro contemporaneo, attraverso i secoli, resta il luogo della frattura, della lotta, del non detto e del soffocamento. 

Ecco, per affrontare un testo sacro come Finale di partita nel 2025, ripartirei proprio da lì. Cercherei di allontanarmi dai confini teorici più consueti del testo – quelli legati alla filosofia dell’Assurdo e all’immaginario distopico o post-atomico, tipici delle letture del secolo scorso – per calarlo in una dimensione più concreta, più prossima a noi.

Ingresso 12 € | Sala: Teatro Bellini

COME GLI UCCELLI
di Wajdi Mouawad
traduzione di Monica Capuani
del testo originale Tous des oiseaux
adattamento di Lorenzo De Iacovo e Marco Lorenzi 

regia di Marco Lorenzi 

un progetto de Il Mulino di Amleto

dal 10 al 15 febbraio 2026
MATINÉE 12 febbraio

Scegliere di affrontare una sfida come Come gli uccelli / Tous des oiseaux è chiederci cosa c’è dall’altra parte di quel muro, immaginario o concreto, che giganteggia anche nello spazio scenico dello spettacolo? Con il Mulino di Amleto approfondisco da tempo un percorso di ricerca e di creazione che nasce da questa inquieta e plurale visione del mondo: la ricerca dell’Altro, l’apertura umana e filosofica, sono stati i presupposti costitutivi dei lavori più recenti del nostro gruppo. Questa instancabile passione verso l’Altro ora fa un ulteriore passo avanti. Con Come gli uccelli si traduce in una internazionalizzazione dei collaboratori artistici, in una pluralità di linguaggio, in un pensiero plurale sin dal momento della nascita del processo di creazione e della progettazione. D’altronde – citando Milo Rau – “il teatro non è un prodotto, ma un processo di produzione”. E allora la nostra idea è di permettere a questo processo (e a tutti gli artisti e collaboratori) di farsi specchio di un’idea di teatro contemporaneo in relazione con le trasformazioni economiche e culturali che stiamo vivendo (o subendo?). Essere il primo step di una compagnia internazionale di professionisti, uno spettacolo multilingue, una visione naturalmente orientata oltre i confini nazionali, gli interrogativi che ci animano la scelta di un testo così potente e toccante, scomodo e lacerante, rendono questo progetto anche una dichiarazione politica. D’altronde una grande sfida drammaturgica è una sfida linguistica e, in quanto tale, è una sfida politica!
Marco Lorenzi

Ingresso 12 € | Sala: Teatro Bellini

Uno, nessuno e centomila
di Luigi Pirandello
adattamento, interpretazione e regia Paolo Cresta

dal 23 ottobre 2025 al 5 marzo 2026
MATINÉE
da definire

Un uomo, un uomo qualunque come si definisce lui stesso, un giorno come un altro, riceve un’osservazione da sua moglie: “Guardatelo bene il naso, ti pende verso destra”. Questa semplice e, apparentemente, innocua frase trascina l’uomo, Vitangelo Moscarda, in abissi di riflessioni e considerazioni che gli scavano dentro.
Inizia a ricercare dentro di sé, nelle persone intorno a lui, scoprendosi, tormentatamente, Uno, nessuno e centomila.
È così che, da un semplice specchio, superficie ambigua e inquietante, emerge per Vitangelo
Moscarda, un volto di sé finora ignorato, provocando in lui una profonda crisi, fino all’agghiacciante consapevolezza che la sua immagine negli occhi degli altri è profondamente lontana da quella che ha di se stesso.
Da qui la presa d’atto ancora più inquietante: egli non è ‘uno’, come aveva creduto sino a quel momento, ma ‘centomila’, nel riflesso delle prospettive degli altri, e quindi ‘nessuno’. La realtà banale e paradossale dell’uomo, in relazione a se stesso e agli altri, è il filo rosso di una storia nella quale ciascuno di noi è costretto a riconoscersi.
In scena una sedia e un uomo, solo, che si rivolge direttamente al pubblico, proprio come il romanzo si rivolge direttamente al lettore. Racconta la sua storia, e nel farlo si confida, si confessa, rivive il suo lancinante viaggio interiore, e giunge ad affermare che, oltre a tutto il resto, non ha più bisogno di un nome, perché i nomi convengono ai morti, a chi ha concluso.
Lui è vivo, e non conclude. La vita non conclude, e non sa di nomi, la vita.
Pirandello stesso lo definì come il romanzo “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”. Ed è da questa scomposizione che sono partito. Ho avuto come riferimenti visivi Francis Bacon , Lucian Freud e Alberto Giacometti. Ciò che resta dell’uomo spogliato di tutto. Le prime parole che faccio pronunciare a Moscarda non sono di Pirandello: sono tratte da una lettera di Alberto Giacometti, e parlano di un filo di polvere, un semplice filo di polvere, ma per lui, e forse solo per lui, bellissimo.

Ingresso 10 € | Sala: Teatro Bellini

Edipo Re
da Sofocle
lettura drammatizzata
adattamento e interpretazione Paolo Cresta

dal 23 ottobre 2025 al 5 marzo 2026
MATINÉE
da definire

Con “Edipo re. Tragedia per voce sola” continua ( dopo “Uno, nessuno e centomila”) il mio personale percorso teatrale di indagine sull’animo umano e sulla scoperta del proprio essere.
Edipo è il re di Tebe, amato e ammirato dal suo popolo perché aveva liberato la città da quel terribile mostro che era la Sfinge. Ma nel volgere di un solo giorno, nelle poche ore che vanno dall’alba al tramonto, questo re al culmine della propria fortuna vedrà mutare radicalmente la propria esistenza. Edipo re tratta della fragilità dell’esperienza umana, che può passare, in breve tempo, dal massimo dello splendore alla più abissale delle abiezioni. La parola di Sofocle, interpretata da un unico attore che dà voce a tutti i personaggi ,corre, musicale e sferzante, precisa e tagliente, con il ritmo e la suspense di un thriller, a fare luce su quanto è accaduto e, così facendo, a scandagliare l’animo umano.

Ingresso 10 € | Sala: Teatro Bellini

I POETI SELVAGGI DI ROBERTO BOLAÑO
Indagine su cittadini poco raccomandabili
UNA CONFERENZA SPETTACOLO IN TRE CAPITOLI

testo, drammaturgia, traduzioni e voce narrante Igor Esposito

regia Daniele Russo e Igor Esposito

voce dei poeti Daniele Russo

musiche dal vivo Massimo Cordovani
sculture Carlo De Vita

produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

dal 21 al 26 ottobre 2025 e dal 5 al 16 novembre 2025
MATINÉE 13 e 14 novembre 2025

“Un poeta può sopportare di tutto. Il che equivale a dire che un uomo può sopportare di tutto. Ma non è vero: sono poche le cose che un uomo può sopportare. Sopportare davvero. Un poeta, invece, può sopportare proprio di tutto. In questa convinzione siamo cresciuti. Il primo enunciato è vero, ma conduce alla rovina, alla follia, alla morte”. Basterebbe quest’incipit, tratto da uno dei racconti di “Chiamate telefoniche”, a dimostrare la passione che nutriva Roberto Bolaño per i poeti e la poesia. Una passione, un’attenzione e una cura che lo scrittore cileno, ogni volta che ha potuto, ha sempre ribadito esplicitamente. Difatti l’incipit del racconto dal titolo “Enrique Martín” è solo uno dei numerosi indizi che lo scrittore ha disseminato nella sua opera in prosa, dove c’è quasi sempre una porta o una finestra dalla quale si affaccia un poeta o arriva l’eco di alcuni memorabili versi. Questo aspetto emerge anche dalle numerose interviste o dai saggi e discorsi raccolti nel volume “Tra parentesi”. Fino a giungere ad uno dei suoi capolavori: “I detective selvaggi”, dove i due protagonisti, Arturo Belano e Ulises Lima, non sono altro che l’alter ego dello scrittore cileno e del poeta messicano Mario Santiago, fondatori insieme a Bruno Montané, negli anni ’70, a Città del Messico, del movimento poetico denominato l’Infrarealismo. Ma quasi tutti i poeti amati da Bolaño sono ancora inediti in Italia. Ecco allora che la conferenza-spettacolo dal titolo: “I poeti selvaggi di Roberto Bolaño” prova a costruire un viaggio nella foresta dove svettano, come alberi o fiori imprescindibili, i poeti amati dallo scrittore cileno. Poeti e poesie sulle quali si è plasmata l’estetica e il gusto del grande scrittore cileno. La conferenza-spettacolo si dipanerà in tre capitoli che prenderanno corpo in tre serate, formando un unico flusso narrativo, ma ogni capitolo potrà anche essere ascoltato separatamente. La messa in scena avrà due voci: quella narrante incarnata da Igor Esposito, quella dei poeti incarnata da Daniele Russo e le musiche di Massimo Cordovani.
Igor Esposito

Ingresso 10 € | Sala: Piccolo Bellini

U PARRINU
La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia

di e con Christian Di Domenico
regia Christian Di Domenico

dal 13 al 18 gennaio 2026
MATINÉE 15 o 16 gennaio 2026

Mi capita spesso di rimanere stupito quando mi dicono che i grandi, e intendo i grandi uomini, andavano in un posto da mortali come il mare, da corpi di peccatori buttati al sole. D’estate magari, in Sicilia,dentro quel caldo d’inferno.
È che uno non se l’immagina proprio. Ma il futuro parrinu di Brancaccio, a Palermo, assassinato dalla mafia nel settembre novantatré davanti casa con un colpo di pistola alla nuca, al mare ci andava eccome. Perché era nu parrinu strano. Anticonformista. Che metteva i calzoni. E ci andava con i ragazzini delle periferie perché, almeno una volta, giocassero lontano dalle strade. 

Ecco, la storia di Christian inizia proprio al mare, su una scogliera, precisamente. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia; una storia semplice, narrazione di un attore solo con na pocu di musica. Nu ricordu sfumato, che si snoda tra fatti di cronaca, politica e lotta sin da quella prima giornata di mare coi bambini du parrinu strano coi calzoni. 

Lì Christian fa esperienza dell’onore dei mafiosi, obbligati sin da bambini a non chiedere mai scusa a nessuno. Ma il ragazzo impara anche l’onore del perdono, che Pino porterà a san Gaetano di Brancaccio, quartiere con la più alta concentrazione mafiosa dell’intera Sicilia, e che manterrà sempre fino a quel giorno di metà settembre novantatré. 

Qualche anno dopo Christian ritorna su quella scogliera. E inizia da lì, dal suo ricordo, a raccontarci di Pino, dell’amico di famiglia, dell’uomo di chiesa, del maestro di scuola. Che aveva imparato a perdonare, in punto di morte, la violenza di chi ne era incapace e già gli puntava la pistola alla nuca. Ed era sicuro che il perdono, con l’esempio e il racconto, potesse essere insegnato. 

“Ho incontrato molta gente di Chiesa… e tutti mi hanno detto: non ti preoccupare che Dio ti perdona… Io, su questo, ho spesso dubitato che possa perdonare uno come me, di quello che ho fatto io… soprattutto adesso che forse ho ammazzato un santo… figuriamoci… quante possibilità di perdono posso avere io?” (Salvatore Grigoli, assassino di Padre Pino Puglisi)

Ingresso 10 € | Sala: Piccolo Bellini 

Spettacoli in orari mattutini

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Francesca Calabrese

3342373833 – ilteatrodelsole@gmail.com

Scopri la Stagione Kids, dedicata ai bambini e alle famiglie, a cura de Il Teatro nel Baule

Perché farlo

Elaborare una proposta per le scuole significa, nei fatti, disegnare una Stagione nella Stagione; tracciare un filo rosso che unisce spettacoli e sale diverse e che alla fine, restituisce un’immagine più o meno definita di quello che il teatro può rappresentare per degli studenti, ovvero un racconto ravvicinato del mondo, fatto di corpi e parole. 

Per la Stagione 25/26, proponiamo alle scuole superiori di incontrare maestri indiscussi della storia del teatro, da Sofocle a Dario Fo, passando per Samuel Beckett attraverso il lavoro che registi, attori e maestranze hanno fatto per rendere questi grandi autori vivi, sorprendenti, perché no, anche criticabili. 

La speranza è che gli autori di certi “capolavori” non incutano paura, non mettano distanza ma siano piuttosto lì, a portata di palco, pronti ad essere studiati in tutti i loro aspetti teatrali (non solo il testo, non solo l’attore, non solo la regia, non solo la scenografia ma tutto, sempre, assieme) e sull’onda di questa prossimità, amati o odiati.

Oltre i Grandi Classici, il teatro si chiama, sommariamente, contemporaneo. La proposta per le scuole di questa Stagione prevede vari appuntamenti, tra Sala Grande e Piccolo Bellini: autori viventi, vicende attuali, luoghi e nomi conosciuti della storia italiana. Più teatro contemporaneo di così!

Riproponiamo il felicissimo progetto Leggere di Paolo Cresta, che viaggia tra i classici e i contemporanei con grande abilità, tenendo fermo un assunto: un testo raccontato, teatralizzato, animato da un continuo dialogo palco platea è sicuramente qualcosa che si apre in modo incredibile alla mente dei giovani spettatori, con più strumenti per diventare giovani lettori.
Paolo Cresta porterà in scena anche Edipo Re, una lettura drammatizzata da Sofocle, e Uno, Nessuno e Centomila da Luigi Pirandello, due spettacoli molto acclamati, negli anni, dal giovane pubblico. 

Prosegue la proposta per piccoli spettatori a cura de Il Teatro nel Baule, compagnia dedicata con passione al teatro per l’infanzia, con vere e proprie esperienze di conoscenza e rivelazione per occhi curiosi. 

Perché non esiste limite di età per venire a teatro.
Perché del valore di una esperienza che coinvolge mente e corpo, cultura e sensibilità, presenza collettiva e dal vivo nell’epoca digitale in cui siamo immersi, è anche superfluo parlarne (o forse no?).
Perché ci impegniamo a mantenere vivo il dialogo tra scuola e teatro, ognuno con la sua lingua, sapendo che gli studenti sono spettatori e cittadini già oggi, non domani.

ULTIMA NOVITÀ!
Un completamento dell’offerta formativa.
Una CARD LIBERA STUDENTI di SCUOLE SECONDARIE DI II GRADO (nella sezione Biglietteria – Abbonamenti e Card), che permette al singolo alunno di venire a teatro in autonomia, in serale o pomeridiana, scegliendo 5 titoli qualsiasi della stagione, senza nessuna limitazione. Un invito a seguire la propria curiosità e a costruire, coraggiosamente, il proprio gusto teatrale.

PROGRAMMA PER LA SCUOLA PRIMARIA

Uno, roie, roie e mmiezo tre… Pulicinè!
Un teatrino di guarattelle a dimensione umana
a cura de Il Teatro nel Baule

con Sebastiano Coticelli, Simona Di Maio, Dimitri Tetta
regia Sebastiano Coticelli, Simona Di Maio
costumi, scene e oggetti Il Teatro nel Baule

Sala: Teatro Bellini
Età consigliata: 5/10 anni
Durata spettacolo: 50 minuti

da novembre 2025 a maggio 2026

In questo spettacolo, tratto dal testo classico di teatro dei burattini Pulcinella, Teresina e la morte, Pulcinella cerca Teresina ma, al suo posto, incontra diversi personaggi: il cane, il padrone del cane, il carabiniere, il frate, il boia, la morte. I bambini si ritroveranno in un gioco fatto di musica e frastuono, di sacro e profano, di ironia e autoironia, nel quale Pulcinella affronta la vita e la morte.

Ingresso 10 € | MATINÉE da definire

PROGRAMMA PER LA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO

Leggere

di e con Paolo Cresta

Ho iniziato a fare l’attore durante il secondo liceo scientifico (liceo Rinaldo d’Aquino di Montella in provincia di Avellino). Ho sempre recitato: in tutte le foto tra asilo e scuole medie mi si vede sempre in costume o con un microfono in mano, ma soltanto durante il secondo liceo ho capito che recitare sarebbe stata la mia vita. La mia “carriera” scolastica era, fino ad allora, proceduta piuttosto tranquillamente. Ma quell’anno, il secondo liceo, appunto, mi sentii perso, entrai in crisi. Ma proprio allora la scuola fece partire un laboratorio di teatro tenuto da una compagnia filodrammatica di Avellino e mettemmo in scena “il Drago” un testo di Schwarz. Avevo finalmente trovato un modo per comunicare col mondo: il Teatro. E avevo trovato un modo per riscoprire la bellezza.
Per raccontare questo progetto ho ritenuto opportuno partire dalla mia piccola esperienza personale. La letteratura è alla base del mio lavoro d’attore. L’attore, l’interprete, è colui che utilizza la propria voce e il proprio corpo per condividere con il pubblico le parole dell’autore. Lavoro dell’attore è far vivere quelle parole!

Cosa avviene?
Io stesso accolgo gli studenti, in maniera semplice, informale. Inizio col chiedere di che classe sono, come stanno, se sanno perché sono lì. Approfitto di queste iniziali domande e conseguenti risposte per cominciare a conoscere i loro nomi. Mi presento e dico di essere un attore e non un professore e che quindi possono rilassarsi. Annuncio che farò molte domande durante il tempo che passeremo insieme e che per queste domande non ci sono risposte “giuste” e così, semplicemente, li spingo a pensare. Una delle prime domande che pongo è: “secondo voi perché uno scrittore scrive?”. Da qui il nostro dialogo entra nel vivo e ci porterà a leggere e scoprire/riscoprire l’autore o l’argomento tema dell’incontro.

Nota: Questi incontri, non essendo degli spettacoli, non seguono un copione predefinito; sono vivacemente mutevoli e, data la forte componente dialogica, dipendono da ciò che nasce dall’incontro con gli studenti. A volte riesco a leggere e raccontare tutto quello che ho previsto per quell’incontro, altre no perché il dialogo ci ha portati a soffermarci maggiormente su qualche pagina, oppure un’osservazione può portarmi a testi che non avevo affatto previsto. Nel dar voce ai testi il mio obiettivo, sempre in un clima di dialogo e divertimento, è di ricordare agli studenti quanta vita, quante emozioni, riflessioni, sogni sono contenuti nelle pagine che hanno la fortuna di incontrare e come, a volte, il fatto di doverle studiare ci “distragga” da tutto questo. Far sentire con forza e passione come ogni autore chieda di essere ascoltato e che nel momento in cui ci mettiamo in ascolto quello è il momento in cui capiamo che è proprio a me, lettore che anche solo per caso ho appoggiato gli occhi sulla sua pagina, che voleva parlare. È a me che voleva raccontare la sua storia. Proprio a me.

ARGOMENTI DISPONIBILI
I promessi sposi

Il mito 
L’amore 
Italo Calvino – I nostri antenati

DATE
dal 23 ottobre 2025 al 5 marzo 2026
MATINÉE da definire

Ingresso 9 € | Sala: Teatro Bellini

MORTE ACCIDENTALE DI UN ANARCHICO
di Dario Fo e Franca Rame

regia Antonio Latella

con in o/a Daniele Russo, Caterina Carpio, Francesco Manetti, Edoardo Sorgente,  Emanuele Turetta

produzione Fondazione teatro di Napoli – Teatro Bellini

dal 26 settembre al 12 ottobre 2025
MATINÉE 10 ottobre 2025

Nel 1921 un emigrante italiano «volò» fuori da una finestra del palazzo della polizia di New York: è questo l’episodio che ispirò “Morte accidentale di un anarchico”, una delle commedie più celebri di Dario Fo. L’azione comincia in una questura, dove il commissario Bertozzo si trova a fronteggiare un matto, capace di spacciarsi per più persone, motore e filo conduttore dell’intera vicenda. “La morte accidentale” a cui allude il titolo dell’opera è quella dell’anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato da una finestra del quarto piano della questura di Milano nel 1969, in uno degli episodi più controversi della storia italiana del dopoguerra; dalla strage di Piazza Fontana, per cui Pinelli era indagato, ad alcuni dei terribili fatti che ne seguono, Dario Fo interroga con la sua opera non solo il caso giudiziario specifico, ma parte di un periodo storico ancora oggi difficile da decifrare e consegnare agli archivi.

Ingresso 12 € | Sala: Teatro Bellini

L’EMPIREO (The Welkin)
di Lucy Kirkwood
traduzione Monica Capuani e Francesco Bianchi

regia Serena Sinigaglia

produzione Teatro Carcano, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Bolzano, LAC – Lugano Arte Cultura, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

dal 4 al 9 novembre 2025
MATINÉE 6 novembre

Amo l’epica, amo la coralità, amo la sfumatura tragicomica: LEmpireo è tutto questo insieme. E non basta: ti racconta una storia avvincente. È un testo contemporaneo che osa essere ambientato nel Settecento, precisamente nel marzo del 1759. […] È secco, ruvido, vero, al pari della realtà. E poi dà spazio alle attrici, 19 personaggi di cui 17 femminili. Una bella inversione di tendenza rispetto alla media dei personaggi pensati e scritti per le donne.

La volontà mia e di Monica Capuani, che ha tradotto il testo e me l’ha fatto conoscere, è di mostrare opere come questa in Italia al fine di affermarne l’unicità e l’importanza assoluta. L’Empireo è uno spettacolo militante, avvincente, divertente, con un cast d’eccezione, che viaggia dentro la scrittura della Kirkwood, dentro ai corpi e agli umori delle 12 matrone, dell’imputata, del giudizio di un cielo tanto luminoso quanto impotente, nella vana speranza che una cometa passi e cambi la storia.
Serena Sinigaglia

Ingresso 12 € | Sala: Teatro Bellini

FINALE DI PARTITA
di Samuel Beckett
traduzione Carlo Fruttero

regia Gabriele Russo

con Michele Di Mauro, Alessio Piazza, Giuseppe Sartori, Anna Rita Vitolo

produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Biondo Palermo

dal 13 al 30 novembre 2025
MATINÉE 20 novembre 2025

La “zona d’interesse” teatrale più a rischio – e ancora oggi centrale – è sempre la stessa: la famiglia. Da Sofocle al teatro contemporaneo, attraverso i secoli, resta il luogo della frattura, della lotta, del non detto e del soffocamento. 

Ecco, per affrontare un testo sacro come Finale di partita nel 2025, ripartirei proprio da lì. Cercherei di allontanarmi dai confini teorici più consueti del testo – quelli legati alla filosofia dell’Assurdo e all’immaginario distopico o post-atomico, tipici delle letture del secolo scorso – per calarlo in una dimensione più concreta, più prossima a noi.

Ingresso 12 € | Sala: Teatro Bellini

COME GLI UCCELLI
di Wajdi Mouawad
traduzione di Monica Capuani
del testo originale Tous des oiseaux
adattamento di Lorenzo De Iacovo e Marco Lorenzi 

regia di Marco Lorenzi 

un progetto de Il Mulino di Amleto

dal 10 al 15 febbraio 2026
MATINÉE 12 febbraio

Scegliere di affrontare una sfida come Come gli uccelli / Tous des oiseaux è chiederci cosa c’è dall’altra parte di quel muro, immaginario o concreto, che giganteggia anche nello spazio scenico dello spettacolo? Con il Mulino di Amleto approfondisco da tempo un percorso di ricerca e di creazione che nasce da questa inquieta e plurale visione del mondo: la ricerca dell’Altro, l’apertura umana e filosofica, sono stati i presupposti costitutivi dei lavori più recenti del nostro gruppo. Questa instancabile passione verso l’Altro ora fa un ulteriore passo avanti. Con Come gli uccelli si traduce in una internazionalizzazione dei collaboratori artistici, in una pluralità di linguaggio, in un pensiero plurale sin dal momento della nascita del processo di creazione e della progettazione. D’altronde – citando Milo Rau – “il teatro non è un prodotto, ma un processo di produzione”. E allora la nostra idea è di permettere a questo processo (e a tutti gli artisti e collaboratori) di farsi specchio di un’idea di teatro contemporaneo in relazione con le trasformazioni economiche e culturali che stiamo vivendo (o subendo?). Essere il primo step di una compagnia internazionale di professionisti, uno spettacolo multilingue, una visione naturalmente orientata oltre i confini nazionali, gli interrogativi che ci animano la scelta di un testo così potente e toccante, scomodo e lacerante, rendono questo progetto anche una dichiarazione politica. D’altronde una grande sfida drammaturgica è una sfida linguistica e, in quanto tale, è una sfida politica!
Marco Lorenzi

Ingresso 12 € | Sala: Teatro Bellini

Uno, nessuno e centomila
di Luigi Pirandello
adattamento, interpretazione e regia Paolo Cresta

dal 23 ottobre 2025 al 5 marzo 2026
MATINÉE
da definire

Un uomo, un uomo qualunque come si definisce lui stesso, un giorno come un altro, riceve un’osservazione da sua moglie: “Guardatelo bene il naso, ti pende verso destra”. Questa semplice e, apparentemente, innocua frase trascina l’uomo, Vitangelo Moscarda, in abissi di riflessioni e considerazioni che gli scavano dentro.
Inizia a ricercare dentro di sé, nelle persone intorno a lui, scoprendosi, tormentatamente, Uno, nessuno e centomila.
È così che, da un semplice specchio, superficie ambigua e inquietante, emerge per Vitangelo
Moscarda, un volto di sé finora ignorato, provocando in lui una profonda crisi, fino all’agghiacciante consapevolezza che la sua immagine negli occhi degli altri è profondamente lontana da quella che ha di se stesso.
Da qui la presa d’atto ancora più inquietante: egli non è ‘uno’, come aveva creduto sino a quel momento, ma ‘centomila’, nel riflesso delle prospettive degli altri, e quindi ‘nessuno’. La realtà banale e paradossale dell’uomo, in relazione a se stesso e agli altri, è il filo rosso di una storia nella quale ciascuno di noi è costretto a riconoscersi.
In scena una sedia e un uomo, solo, che si rivolge direttamente al pubblico, proprio come il romanzo si rivolge direttamente al lettore. Racconta la sua storia, e nel farlo si confida, si confessa, rivive il suo lancinante viaggio interiore, e giunge ad affermare che, oltre a tutto il resto, non ha più bisogno di un nome, perché i nomi convengono ai morti, a chi ha concluso.
Lui è vivo, e non conclude. La vita non conclude, e non sa di nomi, la vita.
Pirandello stesso lo definì come il romanzo “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”. Ed è da questa scomposizione che sono partito. Ho avuto come riferimenti visivi Francis Bacon , Lucian Freud e Alberto Giacometti. Ciò che resta dell’uomo spogliato di tutto. Le prime parole che faccio pronunciare a Moscarda non sono di Pirandello: sono tratte da una lettera di Alberto Giacometti, e parlano di un filo di polvere, un semplice filo di polvere, ma per lui, e forse solo per lui, bellissimo.

Ingresso 10 € | Sala: Teatro Bellini

Edipo Re
da Sofocle
lettura drammatizzata
adattamento e interpretazione Paolo Cresta

dal 23 ottobre 2025 al 5 marzo 2026
MATINÉE
da definire

Con “Edipo re. Tragedia per voce sola” continua ( dopo “Uno, nessuno e centomila”) il mio personale percorso teatrale di indagine sull’animo umano e sulla scoperta del proprio essere.
Edipo è il re di Tebe, amato e ammirato dal suo popolo perché aveva liberato la città da quel terribile mostro che era la Sfinge. Ma nel volgere di un solo giorno, nelle poche ore che vanno dall’alba al tramonto, questo re al culmine della propria fortuna vedrà mutare radicalmente la propria esistenza. Edipo re tratta della fragilità dell’esperienza umana, che può passare, in breve tempo, dal massimo dello splendore alla più abissale delle abiezioni. La parola di Sofocle, interpretata da un unico attore che dà voce a tutti i personaggi ,corre, musicale e sferzante, precisa e tagliente, con il ritmo e la suspense di un thriller, a fare luce su quanto è accaduto e, così facendo, a scandagliare l’animo umano.

Ingresso 10 € | Sala: Teatro Bellini

I POETI SELVAGGI DI ROBERTO BOLAÑO
Indagine su cittadini poco raccomandabili
UNA CONFERENZA SPETTACOLO IN TRE CAPITOLI

testo, drammaturgia, traduzioni e voce narrante Igor Esposito

regia Daniele Russo e Igor Esposito

voce dei poeti Daniele Russo

musiche dal vivo Massimo Cordovani
sculture Carlo De Vita

produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

dal 21 al 26 ottobre 2025 e dal 5 al 16 novembre 2025
MATINÉE 13 e 14 novembre 2025

“Un poeta può sopportare di tutto. Il che equivale a dire che un uomo può sopportare di tutto. Ma non è vero: sono poche le cose che un uomo può sopportare. Sopportare davvero. Un poeta, invece, può sopportare proprio di tutto. In questa convinzione siamo cresciuti. Il primo enunciato è vero, ma conduce alla rovina, alla follia, alla morte”. Basterebbe quest’incipit, tratto da uno dei racconti di “Chiamate telefoniche”, a dimostrare la passione che nutriva Roberto Bolaño per i poeti e la poesia. Una passione, un’attenzione e una cura che lo scrittore cileno, ogni volta che ha potuto, ha sempre ribadito esplicitamente. Difatti l’incipit del racconto dal titolo “Enrique Martín” è solo uno dei numerosi indizi che lo scrittore ha disseminato nella sua opera in prosa, dove c’è quasi sempre una porta o una finestra dalla quale si affaccia un poeta o arriva l’eco di alcuni memorabili versi. Questo aspetto emerge anche dalle numerose interviste o dai saggi e discorsi raccolti nel volume “Tra parentesi”. Fino a giungere ad uno dei suoi capolavori: “I detective selvaggi”, dove i due protagonisti, Arturo Belano e Ulises Lima, non sono altro che l’alter ego dello scrittore cileno e del poeta messicano Mario Santiago, fondatori insieme a Bruno Montané, negli anni ’70, a Città del Messico, del movimento poetico denominato l’Infrarealismo. Ma quasi tutti i poeti amati da Bolaño sono ancora inediti in Italia. Ecco allora che la conferenza-spettacolo dal titolo: “I poeti selvaggi di Roberto Bolaño” prova a costruire un viaggio nella foresta dove svettano, come alberi o fiori imprescindibili, i poeti amati dallo scrittore cileno. Poeti e poesie sulle quali si è plasmata l’estetica e il gusto del grande scrittore cileno. La conferenza-spettacolo si dipanerà in tre capitoli che prenderanno corpo in tre serate, formando un unico flusso narrativo, ma ogni capitolo potrà anche essere ascoltato separatamente. La messa in scena avrà due voci: quella narrante incarnata da Igor Esposito, quella dei poeti incarnata da Daniele Russo e le musiche di Massimo Cordovani.
Igor Esposito

Ingresso 10 € | Sala: Piccolo Bellini

U PARRINU
La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia

di e con Christian Di Domenico
regia Christian Di Domenico

dal 13 al 18 gennaio 2026
MATINÉE dal 15 o 16 gennaio 2026

Mi capita spesso di rimanere stupito quando mi dicono che i grandi, e intendo i grandi uomini, andavano in un posto da mortali come il mare, da corpi di peccatori buttati al sole. D’estate magari, in Sicilia,dentro quel caldo d’inferno.
È che uno non se l’immagina proprio. Ma il futuro parrinu di Brancaccio, a Palermo, assassinato dalla mafia nel settembre novantatré davanti casa con un colpo di pistola alla nuca, al mare ci andava eccome. Perché era nu parrinu strano. Anticonformista. Che metteva i calzoni. E ci andava con i ragazzini delle periferie perché, almeno una volta, giocassero lontano dalle strade. 

Ecco, la storia di Christian inizia proprio al mare, su una scogliera, precisamente. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia; una storia semplice, narrazione di un attore solo con na pocu di musica. Nu ricordu sfumato, che si snoda tra fatti di cronaca, politica e lotta sin da quella prima giornata di mare coi bambini du parrinu strano coi calzoni. 

Lì Christian fa esperienza dell’onore dei mafiosi, obbligati sin da bambini a non chiedere mai scusa a nessuno. Ma il ragazzo impara anche l’onore del perdono, che Pino porterà a san Gaetano di Brancaccio, quartiere con la più alta concentrazione mafiosa dell’intera Sicilia, e che manterrà sempre fino a quel giorno di metà settembre novantatré. 

Qualche anno dopo Christian ritorna su quella scogliera. E inizia da lì, dal suo ricordo, a raccontarci di Pino, dell’amico di famiglia, dell’uomo di chiesa, del maestro di scuola. Che aveva imparato a perdonare, in punto di morte, la violenza di chi ne era incapace e già gli puntava la pistola alla nuca. Ed era sicuro che il perdono, con l’esempio e il racconto, potesse essere insegnato. 

“Ho incontrato molta gente di Chiesa… e tutti mi hanno detto: non ti preoccupare che Dio ti perdona… Io, su questo, ho spesso dubitato che possa perdonare uno come me, di quello che ho fatto io… soprattutto adesso che forse ho ammazzato un santo… figuriamoci… quante possibilità di perdono posso avere io?” (Salvatore Grigoli, assassino di Padre Pino Puglisi)

Ingresso 10 € | Sala: Piccolo Bellini 

Spettacoli in orari mattutini

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Francesca Calabrese

3342373833 – ilteatrodelsole@gmail.com

Scopri la Stagione Kids, dedicata ai bambini e alle famiglie, a cura de Il Teatro nel Baule

Teatri delle città di rilevante interesse culturale

Teatri delle città di rilevante interesse culturale

Il Teatro Bellini sostiene Kimbondo

Il Teatro Bellini sostiene Kimbondo

Scarica l'App Teatro Bellini
app-bellini-qrcode

© 2025 Teatro Bellini – P.IVA 07483970633 – C.F. 95016130635 – Powered by: WeSart